23
Ott

Report di fine stagione (salvo Table rock) 

Di

Michele Fanfani

Non è facile per nessuno, per me che scrivo, ma soprattutto per Jacopo, affrontare una serie di risultati certamente non favorevoli. Le ultime quattro gare non hanno avuto lo sviluppo sperato, e non sono arrivati assegni, anche se sul Cayuga il piazzamento è stato apprezzabile. Lake of the Ozark, poi, si è rivelato una vera “bestia nera” per Jacopo che in nessuna delle due gare (Bassmaster Open e MLF Toyota Series) è riuscito a realizzare una pescata almeno sufficiente. In ogni caso questa situazione andava analizzata a fondo per mettere bene in luce gli eventuali errori commessi, ed aumentare il know how nel bassfishing moderno.

Iniziamo dalle prove.

Nei giorni che Jacopo ha avuto a disposizione per capire meglio il lago, almeno una volta era riuscito a fare una quota giornaliera di circa 18 libbre. Questo pescando principalmente con propeller o buzzbait a galla ed in alternativa battendo i numerosi pontili presenti con il jig.

Poi aveva cercato anche una strategia di riserva ed aveva notato che anche sulle punte delle anse si potevano catturare pesci notevoli e diversi keeper.

Ed in effetti nel Day1 del Bassmaster Open non era partito poi così male, portando in pesatura 4 pesci per circa 8 libbre e mezzo. Avendo anche perso alcuni pesci importanti, ma che testimoniavano almeno la giustezza delle scelte.

Rispetto alle pesature dei primi in classifica, per recuperare posizioni, nel Day2 ha però dovuto necessariamente provare una strategia molto più aggressiva, cambiando zona di pesca e utilizzando più tecniche a rotazione. Ma non ha funzionato.

L’errore principale è stato quindi quello di non avere avuto una strategia solida, per poter rincorrere i primi, ed essersi un po’ lasciato andare dal punto di vista della tenuta psicologica. Il fatto che questo tournament fosse stato messo in calendario anche perché precedeva quello delle Toyota Series (certamente più significativo per Jacopo), e che lasciava la possibilità immediata di rifarsi, lo ha probabilmente condizionato.

Nel Toyota Series, si pensava quindi, che alcune cose avrebbero funzionato meglio, vista l’esperienza appena passata. In realtà la situazione generale si era fatta ancora più difficile perché la popolazione di bass aveva certamente risentito delle gare precedenti ed avere buone mangiate non era scontato.

Comunque sia Jacopo è partito con la strategia più logica, ribattere strutture e pontili nell’aerea della partenza, dove vengono sempre rilasciati i pesci dopo i tournament. Scelta buona perchè i pesci per fare una discreta gara c’erano certamente. Jacopo però non concretizza le sole 5 mangiate che riesce ad avere e porta in pesatura solo 4 pesci per 7 libbre e 10 once.

Nel Day2 sceglie comunque di pescare sempre nella stessa zona. I pesci ci sono, lo testimonia il fatto che altri angler e co-angler riescono a fare la quota pescando in modo molto simile. Jacopo invece non entra mai veramente in pesca, cerca il pesce pescando su batimetriche tra i 5 e i 6 metri, ma cattura solo bass sottomisura. Solo nell’ultima ora si accorge che il pesce staziona molto nel sottosponda, in acqua bassa. Ma ormai è tardi e riesce a mettere in barca solo un keeper.

In questo caso si è trattato quindi di un errore di valutazione, una mancanza di flessibilità che non gli ha permesso di capire il posizionamento dei pesci molto prima e in tempo utile per entrare nei piani alti della classifica.

L’analisi degli errori e un po’ di sana autocritica quindi è stata fatta. Ora bisogna davvero voltar pagina per l’ultimo e importante impegno stagionale. Si tratta del campionato finale delle Toyota Series sul Table Rock Lake in Missouri. Una gara, dice Jacopo, che si svolgerà soprattutto con l’ausilio della strumentazione elettronica di bordo. Una pesca, per altro che a Jacopo non piace molto.

Ma che, come sempre, non mancherà di affrontare con la solita passione e professionalità che finora gli hanno sempre permesso di competere con i migliori pro-angler d’America.

 

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Autore

Michele Fanfani
Michele, 60 anni, fiorentino come Jacopo, lo ha seguito durante tutte le fasi del suo percorso sportivo in Italia e lo ha accompagnato in America per iniziare la carriera da professionista. Ha ottenuto diversi successi pescando in coppia con Jacopo, ma soprattutto ha ideato e realizzato il magazine italiano Bassfishing e la pubblicazione “I segreti del bassfishing”. Attualmente segue Jacopo costantemente ed è ideatore e amministratore del Fans Club “Curva Gallelli”.